Mi sono formato seguendo diversi insegnanti e corsi, proprio in uno dei seminari intensivi a Scansano (GR) ho scoperto per puro caso un metodo completamente diverso dal mio che mi ha affascinato: lo straordinario yoga di Vanda Scaravelli.
La ragazza che lo praticava mi ha indirizzato verso Sandra Sabatini, una maestra allieva di Vanda.
Sandra diventa l’insegnante più importante della mia formazione, una preziosa guida e un punto di riferimento. Con lei scopro un nuovo modo di sentire e abitare il mio corpo, abbandonando pesi e tensioni che per anni mi avevano bloccato.
Libertà. È la parola che per me descrive lo yoga di Vanda Scaravelli.
L’approccio di Vanda mira all’essenziale ma richiede presenza totale, consapevolezza e ascolto.
Il movimento interno, che guida le posizioni durante la pratica, che libera il nostro respiro, nasce dall’intenzione di andare verso la libertà.
Un concetto semplice che richiede nella pratica molta lucidità, presenza, sensibilità e ricettività.
“È molto importante essere riposati quando facciamo le posizioni, essere sempre rilassati. Sempre in atteggiamento di ricevere… Perché si fanno le posizioni? Non per raggiungere uno scopo. Non devi mai avere in mente ciò che vuoi fare ma ciò che il corpo può accettare.” (Vanda Scaravelli)
In oltre venti anni di professione, ho integrato tutte le mie esperienze ma sento che lo Yoga di Vanda rappresenta le radici da cui fioriscono molte mie intuizioni.
L’esperienza del basket, il lavoro sul corpo fatto in teatro, lo studio dell’Hatha yoga classico, l’anatomia esperienziale, la specializzazione come “operatore cranio sacrale”, la mia pratica individuale e lo yoga di Vanda Scaravelli, hanno arricchito il mio insegnamento e contribuito a creare il mio metodo yoga, uno yoga dai confini sfumati…
Lo yoga che insegno può rientrare nell’ Hatha Yoga, soprattutto per il suo approccio dolce e graduale alla pratica e all’apprendimento, anche se penso che tale definizione sia riduttiva, sento che il lavoro sul corpo che propongo è un fluire e confluire di esperienze che attingono da varie scuole e vari insegnanti.
L’esperienza del respiro consapevole, le sensazioni che emergono dal lento movimento interno mi hanno portato nel corso degli anni ad osservare ed ascoltare il corpo come una porta dalla quale accedere a livelli più profondi del proprio essere.
Una pratica che, oltre a mantenere un corpo sano, agile e reattivo conduce ad un maggior senso di spazio ed integrazione.
“Mi piace pensare che tutta la pratica sia un viaggio verso l’interno, un’avventura che ci porta un po’ più vicino al Sé, uno strumento che apre delle porte e che dall’interno ci espande e ci sostiene” (Nicola Zaghi)